domenica 20 marzo 2016

La febbre dell'auto-imprenditorialità


        Nell'Italia delle startup vincono la diversità e i super innovatori. Nel 45% dei casi nel team imprenditoriale si trova almeno una donna, nel 40% c'è almeno un giovane con meno di 35 anni e nel 12% c'è almeno uno straniero. Eccolo qua il ritratto delle startup innovative italiane come lo ha tracciato uno studio di Sda Bocconi. L'attuale situazione è rappresentata da una nuova vitalità di un'economia, che propende all'innovazione. Possiamo parlare di febbre dell'autoimprenditorialità? Avanza la voglia di creare, di una nuova tendenza o moda..Se consideriamo che l'Italia per anni ha smesso di formare gli imprenditori perchè ci sono stati i figli degli imprenditori, oggi almeno si parte (o si cerca di ripartire) con progetti nuovi e concreti. Solo provando i neoimprenditori possono diventare tali, possono diventare vettori di cambiamento. La scommessa è dunque crescere. A livello territoriale il 23% ha sede in Lombardia, il 12% in Emilia-Romagna e il 10% nel Lazio. Milano e Roma figurano in testa tra le province (14,7% e 8,5%, rispettivamente). In coda il Trentino Aldo Adige e la Valle d'Aosta. Ma la concentrazione si ripropone anche nei settori di attività. Il 42% opera nell'informatica e Internet e il 20% nei settori delle cosiddette lifesciences: agroalimentare, chimica, farmaceutica, ambiente. In prospettiva, si tratta di una vocazione opportuna: queste imprese rispondono a una crescente domanda di mercato che deriva dall'invecchiamento della popolazione.

       Di Marina Gargiulo

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