mercoledì 16 marzo 2016

Cresce il welfare nelle PMI




WELFARE NELLE PMI

Investire nel benessere dei dipendenti fa crescere l’azienda, il territorio e la comunità: così definisce il welfare aziendale il Rapporto 2016 Welfare Index PMI, promosso da Generali Italia, che fotografa per la prima volta lo stato dell’arte nelle piccole e medie imprese, mettendo in evidenza le esperienze che hanno ottenuto i risultati migliori a partire dagli aspetti legati alla conciliazione vita-lavoro per arrivare al sostegno alla famiglia e alle pari opportunità. Il Welfare Index PMI, ricerca condotta da Innovation Team ha valutato il livello di welfare aziendale nelle piccole e medie imprese italiane, che ad oggi sono nel complesso 5,9 milioni e occupano 14 milioni di addetti par ad oltre l’80% della forza lavoro del settore privato, considerando un campione di 2.140 aziende attive in tutti i settori produttivi.
Welfare aziendale in Italia
Ne è emerso che quasi la metà delle PMI (45%) è risultata attiva in almeno una delle dieci aree di intervento relative al welfare aziendale:


  1. previdenza integrativa;
  2. salute;
  3. assicurazioni per i dipendenti e le famiglie;
  4. tutela delle pari opportunità;
  5. sostegno ai genitori;
  6. conciliazione lavoro-famiglia;
  7. sostegno economico ai dipendenti e alle loro famiglie;
  8. formazione per i dipendenti;
  9. sostegno alla mobilità delle generazioni future;
  10. sicurezza.
C’è poi un 11% che è molto attivo, realizzando oltre 6 tra questi ambiti. Va inoltre sottolineato che il tasso si abbassa tra le aziende che hanno meno di cento addetti.

Welfare 2016: premi e benefit in busta paga

L’importanza del welfare aziendale è altresì sottolineato da una recente indagine Censis, che rivela come in Italia:
  • il 49% delle imprese adotta forme flessibili degli orari di lavoro, contro il 51% della Francia, il 55% della Spagna, il 58% della Germania, il 70% di Danimarca e Regno Unito e l’83% della Finlandia;
  • sono quasi 450.000 le famiglie in cui uno dei componenti, quasi sempre una donna, ha dovuto optare per una riduzione dell’orario di lavoro per prendersi cura dei figli;
  • 350.000 persone hanno addirittura rinunciato a cercare lavoro per occuparsi della famiglia.
Si accresce la consapevolezza che l’attenzione al benessere socio economico dei dipendenti e della comunità locale possa diventare per le piccole e medie imprese un vantaggio competitivo nella crescente competizione globale. Insomma con il welfare aziendale vincono tutti. Vincono i dipendenti, che vedono aumentare il proprio reddito reale. Vincono gli imprenditori, che ottengono un ritorno per l’azienda in termini di produttività, di capacità di attrarre talenti e di benefici fiscali. Ma una risorsa anche per la Pubblica Amministrazione per sperimentare collaborazioni pubblico-privato nell’erogazione di prestazioni di tipo non monetario che permettono al lavoratore di vivere bene in azienda.

Costi e benefici fiscali

Dal punto di vista dell’impatto del welfare sui costi dell’impresa, il 35% del campione ha dichiarato di aver potuto investire risorse consistenti perché compensate dai vantaggi fiscali. A sollecitare l’adozione di politiche di welfare aziendale sono infatti anche le novità normative introdotte negli ultimi tempi, si pensi ad esempio ai i benefici fiscali previsti dalla Legge di Stabilità 2016: secondo quanto dichiarato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il decreto attuativo del welfare aziendale dovrebbe essere in dirittura d’arrivo.


Fonte dei dati: analisi PMI.it

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