WELFARE
NELLE PMI
Investire
nel benessere dei
dipendenti fa crescere
l’azienda, il territorio e la comunità: così definisce il welfare
aziendale il Rapporto 2016
Welfare Index PMI,
promosso da Generali
Italia, che fotografa per la prima volta lo stato dell’arte nelle
piccole e medie imprese, mettendo in evidenza le esperienze che hanno
ottenuto i risultati migliori a partire dagli aspetti legati alla
conciliazione vita-lavoro per arrivare al sostegno alla famiglia e
alle pari opportunità. Il Welfare
Index PMI, ricerca
condotta da Innovation Team  ha valutato il livello di welfare
aziendale  nelle
piccole e medie imprese
italiane,
che ad oggi sono nel complesso 5,9 milioni e occupano 14 milioni di
addetti par ad oltre l’80% della forza lavoro del settore privato,
considerando un campione di 2.140 aziende attive in tutti i settori
produttivi. 
Welfare
aziendale in Italia
Ne
è emerso che quasi la metà delle PMI (45%) è risultata attiva in
almeno una delle dieci aree
di intervento relative
al welfare aziendale:
- 
 previdenza integrativa; 
- 
 salute; 
- 
 assicurazioni per i dipendenti e le
 famiglie; 
- 
 tutela delle pari opportunità; 
- 
 sostegno ai genitori; 
- 
 conciliazione lavoro-famiglia; 
- 
 sostegno economico ai dipendenti e
 alle loro famiglie; 
- 
 formazione per i dipendenti; 
- 
 sostegno alla mobilità delle
 generazioni future; 
- 
sicurezza. 
C’è
poi un 11% che è molto attivo, realizzando oltre 6 tra questi
ambiti. Va inoltre sottolineato che il tasso si abbassa tra le
aziende che hanno meno di cento addetti.
L’importanza
del welfare aziendale è altresì sottolineato da una recente
indagine Censis,
che rivela come in
Italia:
- 
 il 49% delle imprese adotta forme
 flessibili degli
 orari di lavoro,
 contro il 51% della Francia, il 55% della Spagna, il 58% della
 Germania, il 70% di Danimarca e Regno Unito e l’83% della
 Finlandia; 
- 
 sono quasi 450.000 le famiglie in cui
 uno dei componenti, quasi sempre una donna, ha dovuto
 optare per una
 riduzione dell’orario
 di lavoro per
 prendersi cura dei
 figli; 
- 
350.000
 persone hanno addirittura rinunciato
 a cercare
 lavoro per occuparsi
 della famiglia.
 
Si accresce la consapevolezza
che l’attenzione al benessere
socio economico dei
dipendenti e della
comunità locale possa diventare per le piccole e medie imprese un
vantaggio competitivo nella crescente competizione globale. Insomma
con il welfare aziendale vincono tutti. Vincono i dipendenti, che
vedono aumentare il proprio reddito reale. Vincono gli imprenditori,
che ottengono un ritorno per l’azienda in termini di produttività,
di capacità di attrarre talenti e di benefici fiscali. Ma una
risorsa anche per la Pubblica Amministrazione per sperimentare
collaborazioni pubblico-privato nell’erogazione di prestazioni di
tipo non monetario che permettono al lavoratore di vivere bene in
azienda. 
Costi
e benefici fiscali
Dal
punto di vista dell’impatto del welfare sui costi dell’impresa,
il 35% del campione ha dichiarato di aver potuto investire risorse
consistenti perché compensate dai vantaggi
fiscali. A sollecitare
l’adozione di politiche di welfare aziendale sono infatti anche le
novità normative
introdotte negli ultimi tempi, si pensi ad esempio ai i benefici
fiscali previsti dalla Legge
di Stabilità 2016:
secondo quanto dichiarato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti,
il decreto attuativo del welfare aziendale dovrebbe essere in
dirittura d’arrivo.
Fonte
dei dati: analisi PMI.it