lunedì 5 giugno 2017

alternanza scuola-lavoro: l'uso distorto del percorso formativo



Alternanza scuola lavoro: il punto sul futuro
L’uso distorto del percorso formativo.
  Sulla carta dovrebbe essere “un'esperienza formativa innovativa per unire sapere e saper fare” ma l’alternanza scuola-lavoro si è trasformata in "sfruttamento”.
La macchina dei tirocinanti diventa così manovalanza gratuita per volantinaggio, fotocopie, pulizie, sistemazione di archivi.. E’ questa l’altra faccia della medaglia..
L’attività è stata resa obbligatoria dalla legge sullaBuona Scuolaper gli studenti di terza, quarta e quinta dei licei e degli istituti tecnici e professionali.
Secondo un’indagine d’ufficio Studi della Confartigianato (www.confartigianatolatina.it), che ha analizzato il fenomeno, si rileva che soltanto il 3,4% degli studenti italiani ha recepito l’attività come esperienza positiva.
Negli altri paesi europei, soprattutto in Germania, invece il fenomeno ha ottenuto un effetto moltiplicatore, creando nuovi profili professionali. Le imprese private, nel nostro paese, che ospitano piu’ stagisti sono soprattutto quelle del settore Manifatturiero, mentre nel settore pubblico si sono concentrati nelle Biblioteche delle pubbliche amministrazioni. Al Sud Italia si registra una minore propensione ad ospitare gli studenti (34% del Nord Italia contro il 9% del Mezzogiorno).
Ancora oggi la formazione è vista non come crescita personale e professionale, bensì come perdita di tempo, come un qualcosa di inutile.
Ma qual è l’opinione delle imprese?
Gli imprenditori hanno segnalato il fatto che gli studenti non abbiano un’adeguata preparazione per affrontare il tirocinio (51,6%), che la durata dello stage è troppo breve (38%), che la burocrazia è eccessivamente complessa (12%), che i tutor scolastici non sono in grado di orientare gli studenti (4,3%).
Il mercato del lavoro è ormai spietato per i nostri giovani, forse figli di Google e di Facebook , che non sanno come “rubare” il mestiere. La Confartigianato di Latina quest'anno ha realizzato incontri nelle scuole di orientamento al lavoro, durante i quali hanno partecipato numerosi studenti. All' Istituto Tecnico Marconi e all'istituto Tecnico Ramadu' di Cisterna. Denominatore comune tra gli studenti è stata la consapevolezza di un futuro critico e senza speranza. Alla domanda "qual è il tuo sogno nel cassetto?" ogni 50 studenti solo in 5 hanno risposto. Da un lato, quindi, la crisi economica delle imprese e del mercato del lavoro, dall'altro lo smarrimento dei giovani di fronte ad un'involuzione del sistema produttivo. Il ponte dell'alternanza scuola-lavoro si trasforma così in una strada dissestata e complessa, dove l'unica cosa che conta è consumare in fretta il monte ore disponibile dello stage. Bisogna forse rilanciare l'autoimprenditorialità? Visto che ormai il lavoro da dipendente con contratto rappresenta solo un miraggio? Occorre forse rilanciare i mestieri tradizionali, per trasmettere ai giovani competenze specialistiche, stimolando così il ricambio generazionale, la nascita di nuova imprenditoria.
di Marina Gargiulo

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